Il Centro di Radiologia e Fisioterapia nel 2018 ha ampliato l’offerta per i propri pazienti creano un Polo Oculistico all’avanguardia sia per quanto riguarda la diagnostica oculare che l’oculistica pediatrica.
L’oculistica è una branca della medicina che si occupa di tutto ciò che riguarda l’apparato visivo, dell’occhio e dei suoi annessi.
Il Centro di Radiologia e Fisioterapia è in grado di occuparsi di prevenzione, diagnosi e terapia medica di tutte le malattie che interessano gli occhi, grazie a esami specifici eseguiti da personale altamente professionale.
La visita oculistica è l’atto medico di prevenzione, diagnosi e trattamento di tutto l’apparato visivo. Si differenzia dalla visita oculistica super-specialistica (di secondo livello) che invece è mirata alla cura di una specifica malattia oculare già identificata.
La salute dei nostri occhi è fondamentale per conservare la capacità visiva, essenziale per la qualità della vita e l’autostima personale. Eseguire periodici controlli medici ci consente di prevenire e diagnosticare l’insorgere di eventuali problemi in modo da mantenere la nostra vista sana.
Quando parliamo di visita oculistica intendiamo molto più di un semplice controllo dell’acuità visiva, quindi va eseguita da un medico specialista.
Consigliamo di eseguire controlli oculistici periodicamente a prescindere da sintomi soggettivi.
Nel caso dei bambini si consiglia di:
Per quanto riguarda gli adulti:
AUTOREFRATTOMETRIA
Permette una misurazione computerizzata del difetto visivo
MISURAZIONE DEL VISUS
Per quantificare la funzione visiva
BIOMICROSCOPIA
Utile per analizzare le strutture dell’occhio
TONOMETRIA
Usata per misurare la pressione all’interno dell’occhio
ESAME DEL FUNDUS OCULI
Permette di visualizzare le strutture presenti all’interno dell’occhio
Una malattia che comporta l’aumento della pressione interna dell’occhio e che causa una progressiva diminuzione della vista.
Patologia che porta alla protrusione della parte centrale e paracentrale della cornea che causa in un deficit visivo.
Caratterizzata da una sensazione di ombra scura in una parte del campo visivo e causata alla rottura o all’eccessiva trazione della retina o a neoformazioni coroideali.
Progressivo opacamento del cristallino che causa difficoltà nella messa a fuoco delle immagini sul piano retinico.
Patologia che interessa il nervo ottico e che può portare alla completa perdita delle capacità visive. Causata da vari fattori, deve essere trattata velocemente per evitare danni gravi.
Lo sviluppo del sistema visivo inizia nei primi sei mesi di vita del bambino e prosegue fino agli otto anni di età e rappresenta un periodo fondamentale che va monitorato attentamente.
L’oculistica pediatrica è fondamentale per prevenire patologie in questo delicato lasso temporale che, se trascurate, possono avere effetti anche gravi sulle capacità visive del bambino. Una individuazione precoce di difetti e disturbi della vista nei bambini e la relativa correzione può portare più rapidamente ad una perfetta guarigione.
Le principali problematiche riscontrabili nei bambini sono:
Grazie agli specialisti in ortottica presenti nel nostro staff, siamo in grado di prenderci cura con professionalità e competenza anche di strabismi, riconoscendo se si tratta di strabismo manifesto o strabismo latente e intervenire tempestivamente con le giuste soluzioni.
È un esame diagnostico che viene utilizzato per visualizzare le strutture interne del bulbo oculare (corpo vitreo,retina e testa del nervo ottico).
Si effettua dopo aver dilatato la pupilla mediante instillazione di speciali colliri .
QUANDO SERVE?
Tutte le persone si devono sottoporre all’esame del fondo dell’occhio con una periodicità che dipende dall’età, dal tipo di patologia dell’organismo e delle malattie oculari. Persone che non hanno alcun disturbo e hanno meno di 40 anni possono sottoporsi all’esame una volta ogni 18-24 mesi. Potrebbe bastare una volta l’anno per chi è affetto da miopia o da patologie oculari non gravi (oppure per individui sani con più di 40 anni).
Chi ha problemi retinici o di diabetee ipertensione dovrà sottoporsi a controlli ravvicinati, la cui cadenza esatta deve essere decisa dal singolo oculista a seconda della situazione specifica. Comunque è importante sottoporsi a un esame del fondo oculare anche quando si vedono per la prima volta dei fosfeni(lampi luminosi) o miodesopsie(mosche volanti o ragnatele). Nel primo caso il corpo vitreo potrebbe esercitare una trazione sulla retina, con rischio di un suo distacco.
COSA CONSENTE DI OSSERVARE?
L’esame del fondo oculare permette di osservare lo stato del corpo vitreo (il gel che riempie il bulbo oculare) e le sue eventuali degenerazioni. Inoltre consente la visualizzazione dell’albero vascolare arterioso e venoso retinico, di cui si può valutare il decorso e la dimensione. Permette, soprattutto, di osservare la macula, la zona centrale della retina che consente la visione frontale. Infatti, eventuali degenerazioni e anomalie (distrofie) possono essere diagnosticate e monitorate con tale esame. Si può valutare la conformazione della testa del nervo ottico individuando eventuali patologie (anche generali o sistemiche).
QUALI MALATTIE?
Il diabete o l’ipertensione sono patologie che colpiscono i vasi: ciò che accade nell’occhio avviene, ad esempio, anche nel rene e nel cuore. Il vantaggio è che, con il fondo dell’occhio, si riescono a visualizzare le vene e le arterie con sistemi non invasivi. Per quanto riguarda le patologie oculari il semplice esame del fondo dell’occhio ci permette di prevenire alcune patologie oculari, consentendo di seguire terapie che possono scongiurare patologie gravi e irreversibili.
È un test che serve per misurare lo spessore della cornea. La sua misura si indica in millesimi di millimetro (micron, abbreviato con la lettera greca μ). Per avere un’idea lo spessore normale al centro della cornea è di circa 520-540 μ. L’esame si esegue in modo rapido e procura un disagio minimo. A tal fine è necessario instillare una goccia di anestetico nell’occhio da esaminare. In seguito viene applicata una piccola sonda ad alta frequenza (simile a una penna) che sfrutta gli ultrasuoni per effettuare la misurazione.
A COSA SERVE?
L’esame viene eseguito in persone affette da glaucoma. Infatti le relazioni tra pachimetria corneale e questa patologia oculare - associata generalmente a una pressione dell’occhio elevata - sono state scoperte dopo che si è diffusa la chirurgia refrattiva.
Prima di eseguire questi interventi è, infatti, necessario eseguire la pachimetria. Essi spesso provocano un assottigliamento della cornea, con una conseguente riduzione della pressione intraoculare.
Eseguendo la pachimetria anche su persone non operate colpite da glaucoma si sono dimostrate in modo inequivocabile due importanti relazioni:
Pertanto, in presenza di una cornea sottile si rischia di ignorare (se le misure della pressione oculare sono normali) o sottostimare (se le misure della pressione risultano poco alterate) il principale fattore di rischio associato al glaucoma. Viceversa, in caso di cornea molto spessa ci si può preoccupare meno anche in presenza di valori pressori lievemente superiori alla norma (generalmente 20 millimetri di mercurio).
QUANDO SI ESEGUE?
L’esecuzione della pachimetria fornisce una misurazione dello spessore corneale che, diversamente dall’esame del campo visivo e di altre misurazioni eseguite per la valutazione del danno glaucomatoso (che può progredire nel tempo), non subisce significative variazioni negli anni. Quindi, nella maggior parte dei casi è sufficiente eseguire la pachimetria corneale una sola volta. Inoltre, questo esame è utile per valutare la superficie e lo spessore della cornea e per studiarla sia prima che dopo gli interventi e durante l’evoluzione di una patologia (tipo il cheratocono). Se vi sono alterazioni dell’endotelio corneale (ad esempio, la cheratopatia bollosa) lo spessore della cornea aumenta notevolmente
Lo studio del campo visivo, detto anche perimetria, è un esame diagnostico che permette di valutare l'ampiezza dello spazio visivo percepito dal paziente.
A COSA SERVE?
Lo studio del campo visivo serve a diagnosticare eventuali alterazioni o deficit del normale campo visivo (difetto campimetrico)causate da glaucoma,diabete e malattie della retina e per valutare l’eventuale presenza di alterazioni della sensibilità retinica o di alterazioni a carico del nervo ottico. Lo studio del campo visivo ha un ruolo particolarmente rilevante nella diagnosi del glaucoma e nel monitoraggio della sua progressione. Il glaucoma provoca, infatti, il restringimento periferico del campo visivo (la cosiddetta visione a cannocchiale) che può evidenziarsi anche dopo anni dall'insorgenza della patologia. L'analisi del campo visivo - oltre che in oftalmologia – costituisce un esame diagnostico molto importante anche in campo neurologico,dal momento che consente allo specialista di visualizzare eventuali danni alle vie ottiche retro-bulbari e alla corteccia visiva che possono essere stati causati da patologie neurologiche, ischemiche, tumorali o traumatiche.
COME SI SVOLGE
L'apparecchiatura che viene utilizzata per lo studio del campo visivo si chiama campimetro e è costituita da una cupola con uno sfondo bianco sul quale vengono proiettati stimoli luminosi di varia intensità. Il paziente deve azionare un pulsante ogni qualvolta percepisce lo stimolo.
All’inizio dell’esame, il paziente viene posizionato in modo da poter fissare quattro luci di colore verde all’interno della cupola, che servono da mire di fissazione, e che devono essere guardate per tutta la durata dell’esame. Nel frattempo, all’interno della cupola, si accendono e si spengono numerose piccole luci di colore giallo che il paziente deve segnalare schiacciando il pulsante che ha in mano ogni volta ne percepisce una. Questi flash possono avere dimensioni diverse, differente luminosità e possono presentarsi sia vicino alle mire di fissazione (le 4 luci verdi) sia nella zona periferica della cupola. Nel caso in cui lo stimolo luminoso si accenda alla periferia della cupola, è importante che il paziente continui a guardare le mire di fissazione senza inseguire la fonte luminosa che si è accesa.
Lo studio del campo visivo viene effettuato su un occhio alla volta, al paziente sarà quindi occluso prima l’occhio sinistro e poi l’occhio destro. Alla fine viene prodotto un grafico che evidenzia eventuali punti o aree di restringimento del campo visivo. Lo studio del campo visivonon è un esame invasivo, non provoca alcuna sofferenza e richiede solo una certa attenzione. Pertanto non presenta rischi né vi sono controindicazioni alla sua esecuzione.
I risultati sono disponibili già al termine dell'esame.
La Tomografia ottica computerizzata (OCT), è un esame diagnostico non invasivo che permette di ottenere delle scansioni corneali e retiniche molto precise che consentono di analizzare nel dettaglio gli strati della cornea, la regione centrale della retina denominata macula ed il nervo ottico. Questa metodica di imaging consente la diagnosi ed il follow-up di numerose patologie corneali e retiniche come ad esempio la degenerazione maculare senile, la retinopatia diabetica ed il glaucoma.
Perché effettuare un OCT
Essendo una tecnologia affidabile, non invasiva e non a contatto viene raccomandata a tutti i pazienti in cui si sospetta una patologia corneale, retinica e del nervo ottico. Infine è un esame fondamentale nella diagnosi precoce di alcune patologie: ad esempio, nei pazienti affetti da glaucoma l’OCT è in grado di misurare lo spessore delle fibre nervose che circondano il nervo ottico evidenziando, in alcuni casi, una alterazione precoce delle stesse in presenza di un campo visivo normale e questo permette di iniziare tempestivamente una terapia per rallentare la progressione della patologia.
Come si effettua la tomografia ottica computerizzata (OCT)?
La tomografia OCT è semplice e veloce: l’esame dura circa 10-15 minuti. Il paziente si posiziona di fronte allo strumento e viene invitato dall’operatore a fissare un punto luminoso: la scansione è senza alcun contatto.
Con l’avvento degli OCT di ultima generazione l’esame può essere effettuato anche senza la dilatazione della pupilla, quindi senza utilizzare le gocce, ovviamente previa valutazione da parte del medico, delle caratteristiche oculari e del tipo di patologia che si vuole indagare.
Chi può essere sottoposto ad OCT?
Tutti i pazienti in cui si sospetta una patologia corneale, retinica e del nervo ottico eccetto quelli che presentano notevoli opacità dei mezzi diottrici oculari, importanti alterazioni del film lacrimale ed assenza di fissazione.
La tomografia ottica computerizzata (OCT) è dolorosa o pericolosa?
È un esame affidabile, non invasivo, non a contatto, per cui possiamo definirlo innocuo.
L’angiografia con Fluoresceina (FAG) è un esame della retina fondamentale per analizzare la circolazione retinica e individuare patologie quali le retinopatia diabetica, le occlusioni vascolari retiniche, le neuropatie ottiche e la degenerazione maculare senile. Per effettuare questo tipo di esame viene iniettato in vena un mezzo di contrasto chiamato Fluoresceina sodica, che una volta eccitato da una specifica luce blu emette una particolare fluorescenza che permette di studiare la circolazione del sangue nell’occhio. La differenza con l’indocianinografia (ICGA) è che in quest’ultima viene utilizzato il verde di indocianina che permette un’analisi più precisa delle patologie coroideali, come le uveiti posteriori e la corioretinopatia sierosa centrale.
A cosa servono
L’indocianinografia è consigliata quando si sospetta una degenerazione maculare essudattiva occulta o nel manifestarsi di emorragie retiniche o di sollevamento dell’epitelio pigmentato retinico. La fluorangiografia, invece, è consigliata per l’identificazione di nevi e melanomi e dell’area di sollevamento sieroso del neuroepitelio nella corioretinopatia sierosa centrale.
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